Il mio viaggio in Iran. [Ad occhio e croce ecco come tutto è cominciato]

In principio fu la Persia sbrilluccicante de Le mille e una notte. Poi l’Iran non detto di Panahi e quello schietto di Afshin Molavi. Il mio viaggio in Iran è arrivato con un Milano-Teheran della Pegasus trovato, pensato e acquistato nel giro di 12 ore. Un’offerta che poi così tanto offerta non è, 6 ore di scalo all’andata, 5 al ritorno; 8 mesi a disposizione per studiare, organizzare e prenotare, per poi finire con il richiedere il visto per l’Iran a 30 giorni dalla partenza. La disorganizzazione premia sempre in qualche modo, questa è una certezza o, forse, solo un’astuta tecnica di autoconvincimento per continuare a viaggiare in quel modo probabilmente non molto condiviso e di certo poco capito che prende a volte il meglio, a volte il peggio, di tre parole tanto care ai viaggiatori: flâneur, serendipity e wanderlust.

900 km, 4 bus, un numero indefinito di taxi: Teheran, Kashan, Shiraz e Yazd. Un assaggio, la base per un primo viaggio in Iran che ne chiama inevitabilmente un secondo. D’altronde, tornare a casa proprio nel momento in cui hai capito quanto valgono 50mila rials e proprio quando hai imparato ad incastrare ad arte 7 ferrettini per fermare una pashmina sui tuoi capelli liscissimi, è una punizione molto molto crudele.

organizzare un viaggio in iran

Durante il mio viaggio in Iran ho dormito pochissimo, la mia alimentazione si è divisa equamente tra pollo e pop corn, ho alternato la vita da homeless a quella da princess con la stessa frequenza del cambio tattico Converse – scarpe da trekking, ho capito quanto può rendere felice la parola ‘milione’ anche quando il corrispettivo si riduce a poche decine di euro, mi sogno guadagnata il gettone ’10 giorni da astemia’. Ora, tornata agli spritz e alla povertà da moneta unica, non mi resta che pensare con una saudade più saudade di sempre a quei giorni fatti di salaam, smadonnamenti con la sim Iran Cell e colazioni a base di uova al pomodoro.

Che cosa occorre sapere prima di organizzare un viaggio in Iran?

C’è chi prima di partire scriveva inutilità nei soliti pensieri ad cazzum di fine mese, chi, invece, imparando dai propri sbagli istruiva il popolo dei viaggiatori in procinto di partire per il loro viaggio in Iran con tanti utili consigli. La prima sono io, la seconda è Kinzica. Vi rimando quindi al suo post “10 cose da sapere prima di andare in Iran”, in particolare per tutto quello che riguarda Visto e calendario delle festività.
Dopo le 10 di Kinzica, passate alle “18 cose da sapere prima di andare in Iran” di Angela Corrias; il suo blog è un piccolo e utilissimo contenitore di sapere, assolutamente da aggiungere ai preferiti se avete intelligentemente deciso di intraprendere questo viaggio.

Alla fine passate al mio personalissimo elenco, magari sicuramente meno utile dei precedenti ma di certo fondamentale per entrare a gamba tesa nell’iranian mood.

Visitare l’Iran durante il Norouz: si o no?

Lo avevo letto ovunque, ma ovviamente troppo tardi: “evitate di andare il Iran durante il Norouz”. In Iran il Capodanno Persiano (Norouz) si festeggia il 21 marzo e dura ben 12 giorni, durante i quali gli iraniani con un carico di valige da far invidia a Paris Hilton salutano le loro care case e si mettono in viaggio verso le principali attrazioni turistiche del paese.
A Teheran è passata indenne, a Kashan pure, ma la punizione per aver sottovalutato i millemila “no in Iran durante il Norouz” è arrivata con un carico da 90 a Esfahan: zero posti letto in un’intera città. Arrivare alle 21 e trovarsi di fronte all’amletica scelta ‘o un sacco al pelo sotto un ponte o un bus notturno verso Shiraz’: ha vinto la seconda e così è andata. Il Norouz ha vinto anche a Persepoli (assolutamente impraticabile), alla Tomba di Hafez (Shiraz) e al Tempio del Fuoco Zoroastriano di Yadz: esseri umani, ovunque. Dulcis in fundo, durante il Norouz i prezzi lievitano un po’, anche quelli della frutta secca.

Conclusione: a tutto c’è una soluzione, prenotando con un po’ di anticipo non dovrete passare la notte in bus, magari l’idea di mettervi in fila e mangiare pistacchi per ingannare l’attesa vi esalta, ma se potete cercate di visitare l’Iran prima o dopo quei 12 giorni.

Gli iraniani e l’amore per i pic-nic 

Gli iraniani amano i pic-nic e voi amerete gli iraniani che amano i pic-nic, ve lo assicuro. Li amerete quando arriverete a Persepoli e li troverete lì, nell’enorme parcheggio, tra una macchina e l’altra, seduti minimo in 5 sul bel tappeto di casa con a fianco l’immancabile fornellino a gas pronto ad esplodere. Li amerete quando li vedrete campeggiare con la loro bella Quechua nelle aiuole spartitraffico, nel bel mezzo delle città, o sui marciapiedi tra due ciuffetti di erba. Li vedrete e li amerete.
Presto o tardi arriverà l’invito a uno di questi banchetti
e la vostra vita da quel momento non sarà più la stessa. Con la solita onestà intellettuale che mi contraddistingue ammetto felicemente che ricorderò per sempre Persepoli più per il pic-nic nel parcheggio a base di arance e chai che per l’Apadana.

Gli iraniani e l’amore per i selfie

Durante il vostro viaggio Iran non vi sentirete mai soli. I loro occhi vi faranno sempre compagnia, quasi a volervi ricordare con un poetico e per nulla ansiogeno messaggio subliminale “ovunque andrai ti terremo sott’occhio, sempre.” Parlo del Presidente Rohuani e della Guida Suprema Khomeyni: i loro occhietti vispi sorridono dall’alto di un’infinità di edifici, nelle hall di alcuni hotel, dai muri dei ristoranti tra un kabab e un kabab, tra le patatine alla carota e le gomme alla banana di quei piccoli, zeppi e illuminatissimi negozietti vendicalorie, autentico paradiso per gli amanti degli snack superchimici.

Bene, sappiate che un giorno quegli occhietti diventeranno 6, che tra Rohuani e Khomeyni arriverà lui: il grande, supremo, inimitabile Hiroshi Ueda, l’inventore del selfie stick. Togliete tutto a un iraniano ma mai, mai il selfie stick. Dopo qualche giorno in Iran verrete colti dal legittimo e irrefrenabile impulso di chiedere in prestito la bomba atomica per annientare in un colpo solo ogni singola azienda al mondo produttrice di selfie stick. Tranquilli, l’impulso passerà, lascerete la bomba atomica ai legittimi proprietari, gli americani continueranno a volervi bene e quasi per magia entrerete anche voi nel fantastico mood “tutto ciò che ci circonda è un optional, la vera attrazione siamo noi. Evvai di selfie!”.

Iran-persepoli

Iran-moschea-Yazd

Le (inutili) strisce pedonali in Iran

È successo a Teheran, ma lì, dopo l’attenta lettura di alcuni racconti, diciamo che me l’aspettavo. Poi è successo anche a Kashan, e a Shiraz e, ancora, a Yadz. Non pensate mai, neanche per un secondo, che qualcuno vedendovi su quelle illustri sconosciute strisce bianche comunemente definite ‘strisce pedonali’ decida di rallentare, frenare, darvi la precedenza. No, non pensatelo. Avete due possibilità: la prima, tipicamente barese, è quella di buttarvi senza troppi calcoli tra le macchine in corsa, magari individuando quella meno in corsa delle altre, e insultare nel dialetto che più vi piace, gesticolando come in preda a una crisi isterica, chiunque oserà attentare alla vostra vita. La fortuna vi premierà facendovi arrivare sani e salvi al marciapiede. Forse. La seconda possibilità, tipicamente pisana e ideata dalla più timorosa Kinzica, consiste nell’individuare un gruppo di pedoni in fase di attraversamento, attaccarvici in modalità ‘cozza attaccata allo scoglio’ e usarlo come scudo umano, confidando nell’illusoria speranza di sopravvivere al local. Mah.

Toman o riyāls?

Il riyāl è la valuta ufficiale dell’Iran. Il riyāl è la valuta che mi ha regalato per qualche giorno l’illusione di essere una ricca possidente. Il riyāl è la valuta iraniana che non entra nel portafogli: parliamo di banconote così grandi da decidere – molto elegantemente – di custodire in un praticissimo e delle giuste dimensioni sacchetto per assorbenti. “Una notte in questo hotel costa un milione di riyāls”: conti le banconote, le metti una sull’altra, ti senti ricco. Sensazione che non ti abbandona neanche nel momento in cui ti capaciti che in fondo si tratta solo di 30 euro. Ricchezza a parte, nonostante il riyāl sia appunto la valuta ufficiale, in Iran ragionano e vendono quasi tutto in toman, dai tassisti ai venditori di frutta secca. Quindi cambiate assolutamente in toman.

Iran-Riyal

 Can i take a pic with you?

Neanche un anno di fidanzamento con Brad Pitt è in grado di regalare la botta di autostima che ti investe durante un viaggio in Iran. Per motivi ancora ignoti, più o meno riconducibili a un’infinità curiosità, uno su cinque ti chiederà di scattare una foto insieme. A Persepoli l’attrazione sarai tu e non il Palazzo di Serse, sui bus l’attrazione sarai ancora tu e non il ben più nobile food kit consegnato a metà viaggio, nella lunga fila verso il Tempio del Fuoco ancora tu e non il fuoco che arde dal 470. Lì per lì la vita alla Belen ti sfinisce un po’, soprattutto quando le famiglie desiderose di una foto con la turista italiana sono composte da 20 figli, 40 zii e 17mila nipoti, ma quando la crudele realtà ti riporta all’anonimato, beh, inizi a rimpiangerla.

Foto scattate rigorosamente dal basso

Turisti e fotografia, binomio perfetto. Che tu lo voglia o no, gli iraniani sceglieranno a loro insindacabile giudizio il miglior punto panoramico da immortalare nella foto che ti farà ripensare al tuo viaggio Iran con una lacrimuccia e, sempre che tu lo voglia o no, ti ci piazzeranno davanti. Ti scatteranno a questo punto un’infinita serie di foto ricordo, da ogni prospettiva, da ogni angolazione.  Bello no? Certo! Ancor più bello sarà tornare a casa con una collezione di tutto rispetto di foto da chiatta, perché sì, tra le insane abitudini iraniane c’è quella di scattare dal basso. Mi rifaccio ancora una volta agli insegnamenti della saggia e preparatissima Belen: mai, mai scattare foto dal basso. MAI. Loro lo fanno, tu la guardi, sorridi e pensi ai 60 giorni di Babasucco che ti aspettano.

roberta-longo-blogger

I tassisti in Iran

L’insegnamento è: concordate il prezzo sempre e ripeto, sempre, prima di salire sul taxi. Ne scriverò nel dettaglio nei post votati alle utilità, ma ricordatevi solo di concordare a monte.

Il food kit e la gioia di viaggiare in bus in Iran 

Nel mio viaggio in Iran mi sono spostata solo ed unicamente in bus. Il primo, quello della tratta Teheran-Kashan mi ha subito restituito l’idea dell’innata attenzione iraniana per il cliente e l’ha fatto circa a metà viaggio, con il fantomatico “food kit”. Un contenitore che a seconda delle compagnie contiene dolci, patatine, frutta e succhi, in grado di regalare la stessa gioia dei pacchi sorpresa che si acquistavano in edicola negli anni ’80. Sui bus Vip inoltre c’è quasi sempre un frigorifero con decine di bottigliette d’acqua fresca da poter prendere gratuitamente (qualora non ci fosse, basta chiedere all’autista e ve la darà). Puliti, comodi e puntuali, consigliatissimi per muoversi con facilità all’interno del paese.

Ospitalità iraniana

Mi aspettavo un’ospitalità eccezionale, ho trovato molto di più. Probabilmente non riuscirete mai a stare da soli, ci sarà sempre qualcuno che vi accompagnerà dal punto A al punto B, che vi inviterà a pranzo, che vi aiuterà a districarvi nei meandri del farsi e dei summit con i tassisti, che vi offrirà un letto o dei dolci o del pane o dei datteri. Qualcuno che vi aiuterà a mettere il velo, che vorrà parlare con voi su un autobus nel cuore della notte, che caricherà i vostri bagagli in auto e vi accompagnerà in hotel sfidando la comodità e la legalità del viaggiare in 6. Alla fine probabilmente assocerete ogni giorno del vostro viaggio a una persona. Se ne sa davvero molto poco, ma riassunto in 3 parole, l’Iran è questo.

Le utilità arriveranno davvero. Con i miei famosissimi tempi biblici, ma arriveranno.

  1. Vorrei solo dire che i ragazzi iraniani fanno bene a farsi i selfie e farli girare nel mondo. Il prossimo passo è farglieli fare a torso nudo ma ci arriveranno :D

    • Come direbbe qualcuno “E sò ragaaaazzi” :D Comunque, mi sembra più che necessario un tutorial di Belen con l’abc del selfie perfetto. Ci sono profonde lacune, ammettiamolo!

  2. Molto istruttivo e divertente, brava Roberta, mi avete assassinato la vita per una settimana con questo viaggio, ma vi perdono!

  3. ALESSIA LUONGO says:

    Ciao!! Sto iniziando a guardarmi intorno per organizzare il mio Iran ! Domanda molto stupida, per alberghi come ti sei organizzata? dove li hai trovati?
    E i bus invece c’è qualche sito di riferimento per poter buttare giù un itinerario vedendo almeno gli orari\le tratte? O si va del tutto all’avventura sul posto? Grazie!!

    • Ciao Alessia! Innanzitutto, ottima scelta, non potevi scegliere davvero viaggio migliore ;) Personalmente sono andata completamente all’avventura, prima di partire avevo prenotato solo un hotel a Teheran per le prime 2 notti, necessario per la richiesta di Visto. Una volta arrivata, giorno per giorno, ho prenotato in loco, a volte contattando direttamente le strutture presenti sulla Lonely Planet altre cercando in rete. Se sei una da couchsurfing, sappi che funziona alla grande! Anche per quanto riguarda i bus ho deciso tutto una volta arrivata: spostarsi è stato semplice. Non ho un sito di riferimento, ma per questo ti consiglio di rivolgere la domanda al gruppo Facebook “See You in Iran”, i membri sono davvero un pozzo di sapere e informazioni :) Fammi sapere come procede l’organizzazione e per qualsiasi domanda scrivimi! Buon Iran ❤

    • Sami è un piacere trovare il tuo commento! Credimi, spero di tornare in Iran prestissimo, è stato davvero il viaggio più bello della mia vita. Siete speciali voi, è speciale la vostra terra. Grazie, dal profondo del cuore. E chissà, magari la prossima volta a Teheran ci incontriamo!

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