Panarea

Pensandoci, ogni isola delle Eolie mi riporta a un colore. L’azzurro di Alicudi e Filicudi, il nero dell’ossidiana di Lipari, il rosso di Stromboli, il giallo di Vulcano. Questa è la volta del bianco e del verde, di Panarea e Salina.

Cosa fare a Panarea e cosa visitare

La prima, la più antica e la più piccola delle Lipari, un’oasi perfetta per chi cerca uno dei mari più belli d’Italia, panorami da mozzare il fiato, case bianche, porte azzurre e bouganville. Per chi vuole dire addio all’auto (sull’isola ci si muove solo in bicicletta e piccoli taxi elettrici), per chi cerca bellissime ville affacciate sul mare o resort da sogno, per chi vuole perdersi nella sua mondanità estiva. La Panarea di fine settembre, al contrario, regala una straordinaria serenità. Lontana da quell’immagine tutta paillettes e lustrini, Panarea è semplicemente elegante, educata, bellissima. Ho avuto solo il tempo di percorrerla con i famosi taxi elettrici, di “spiare” dai cancelli delle ville, di pranzare in un hotel che vi consiglierei ad occhi chiusi, il Quartara, e di pensare che l’essere “mondana” sarà anche una sua prerogativa, ma l’essere di una bellezza esclusiva lo è ancora di più.

Il consiglio è quello di partire dalle origini, ovvero, dal villaggio neolitico di Capo Milazzese; ci si arriva con una piacevole passeggiata che regala scorci da cartolina. In questa zona c’è anche una delle spiagge più belle, Cala Junco. Risalendo sentieri e vecchie mulattiere si raggiunge il Timpone del corvo, il punto perfetto per ammirare l’intero arcipelago eoliano.

Per chi ama il diving e lo snorkeling, le gite in barca e i bagni al largo, ecco qui il sito del “Taxi del mare” del mitico Nino, l’uomo ideale per i “tranfert veloci” nelle Isole Eolie. Un grande punto a suo favore (oltre l’imbarcazione): l’intrattenimento musicale! A fine giornata, per concludere in bellezza, omaggiate il vostro stomaco con una bella granita pesca e Malvasia del Bar Carola, nella piazzetta dell’isola. Fidatevi.

Panarea

Cosa vedere sull’Isola di Salina

L’isola dei capperi e della Malvasia, il polmone verde delle Eolie. Resa famosa da “Il Postino”, per alcuni è l’isola più bella. Al momento non riesco ancora a decretare la mia vincitrice, ma vuoi per il suo essere selvaggia, contadina, “vissuta”, lontana dal famoso e temuto turismo di massa, Salina è sicuramente la prima isola in cui tornerei. Vi tornerei per diversi motivi, ma innanzitutto per godermela con i tempi che merita. Tornerei perchè mi hanno detto che qui c’è il tramonto più bello delle Eolie, per la famosa granita di Alfredo, per assaggiare “u pani cunsatu” il pane condito con tante varietà di formaggi, verdure e pesce. Tornerei per far visita a Francesco Fenech, uno dei più famosi produttori di Malvasia, l’unico in grado di farmi bere alle 10 del mattino. Quando dico famoso non esagero, date un po’ un’occhiata al film “5 giorni di tempesta”. Francesco è un grandissimo raccontastorie, di una simpatia dilagante. Una visita è d’obbligo.

Salina Malvasia

Tornerei a Salina per trascorrere qualche giorno all’Hotel Signum. E qui arriva il bello, perchè il Signum è in assoluto l’emblema del mio hotel ideale. Ricavato dalla ristrutturazione di un antico borgo contadino, è semplicemente perfetto. Nello stile e nella ricercatezza di ogni singolo dettaglio; nella Spa, nel profumo di agrumi che pervade i sensi appena varcata la sua porta e nel percorso benessere alimentato da una fonte naturale d’acqua geotermica (p.s.: l’impacco per i capelli è un miracolo. Da provare); nella cucina, un’estasi per le papille gustative; nelle terrazze affacciate su Salina.

Hotel Signum

Hotel Signum Salina

Le immagini aiutano a raccontare queste splendide isole, ecco l’album completo dell’eolietour13. Chissà che vi ispirino e vi portino tra qualche mese a ripercorrere i miei stessi passi …

Photo credit: Roberta Longo – Infoturismiamoci

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