È successo ancora, questa volta a Filottrano.

Esattamente dal 5 settembre mi sveglio ogni mattina con lui, una delle mie nuove fisse. L’accento portoghese, un uomo vestito da Sirenetta che spunta dalle acque con il kajal, il tormento dell’amore: insomma, allegria e tanta gioia targata Johnny Hooker. Mi sono svegliata così in un trullo a Cisternino, a un passo dal mare in Salento, al primo accenno di freddo in quel di Bologna, ai 20 gradi di Malta, sotto 15mila piumoni in Molise. E sì, anche a Filottrano, con un tè alla vaniglia tra le mani e lo spettacolo sopra: gli occhi ringraziano, l’anima ancora di più.

Le Marche hanno su di me lo stesso effetto del valium. Chiamatela serenità, pace o equilibrio, certo è che mi fanno stare semplicemente meglio. Che si tratti di mare, monti o campagna, il risultato è sempre lo stesso, dai Sibillini a Recanati. Raccontare i miei risvegli migliori è un ormai quasi una tradizione, quindi la divagazione su Johnny Hooker, il tè alla vaniglia e tutto il resto era assolutamente fondamentale per riassumere l’idea di felicità.

Per la cronaca, lo spettacolo d’apertura mi è stato gentilmente offerto da Villa Nicole,  una casa colonica del 1860 ristrutturata in modo assolutamente perfetto e circondata da 2.000 mq. di verde; tanta tanta roba davvero, quindi, senza troppi giri di parole: se cercate un posto in cui svegliarvi nella pace dei sensi puntate qui. 

Filottrano si vede da lontano. È proprio lì su una collina dell’entroterra del Conero, circondata da campagna. Campagna ovunque. È quel paese in cui in autunno la parola colazione è sinonimo di ciambella di mosto: così, nuda e cruda appena sfornata per i puritani, piena zeppa di crema alla nocciola per quelli come me. Entrare in un panificio e farsi investire dal profumo di anice è un obbligo. 

Poi arriva il paese, pietra su pietra: le mura del castello, i vicoli dagli scorci suggestivi, le ville e i palazzi settecenteschi.

filottrano-centro-storico

Tra queste, in direzione San Biagio, quella della ‘foto di settembre’, in realtà più un messaggio subliminale che uno scatto di cui andare fiera fino alla fine dei miei giorni: villa Centofinestre, neoclassico allo stato puro, ha anche uno dei giardini di verzura più grandi della regione Marche. Pace, incredibile assoluta pace. Purtroppo i suoi cancelli non sono sempre aperti, quindi per le aperture vi consiglio di scrivere a info@villacentofinestre.com.

filottrano-villa-centofinestre

Tra un vicolo e una villa il famoso Museo del Biroccio, un salto – tra i coloratissimi carri marchigiani – in quel passato semplice fatto solo di terra.

E alla fine la mia più grande gioia: arrivarono, nell’ordine, ciauscolo, crescia e ragù di cinghiale. Mi verrebbe solo da dire “insomma, ma di che stiamo parlando?”, mettici un rosso Conero e vivi. Se il rosso Conero non è abbastanza mi sembra giusto chiudere in bellezza con una birra artigianale bevuta tra “nuvole e colline”: Ca’ Vecchia Beerstrot è uno di quei posti che avrei voluto teletrasportare a meno di 5 minuti da casa, davvero.

Ormai non è un segreto, le Marche sono per me un po’ come una seconda casa: ogni volta, piuttosto che allontanarmi, ho la sensazione di avvicinarmi sempre di più a qualcosa di ‘mio’, di assolutamente familiare. Filottrano ne è stata l’ennesima dimostrazione.

Un infinito ringraziamento a:
Instagramers Italia
Comune di Filottrano
Forno pasticceria Il Biroccio
Agriturismo LaMaddalena
I Tamantini 

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