{Anima} Monopoli. Dicembre 2016
Ripensavo alle uova in camicia della prima colazione del 2016. Ero a Cipro, combattuta tra la voglia di Nutella e quella di uova. Amo la Nutella, amo le uova in camicia e odio le colazioni in hotel: mi ricordano quanto sia incapace di scegliere con assoluta determinazione. Eppure ci sono delle eccezioni. Una di queste ha l’aria intrisa di fritto e il malinconico sfondo di Onechips. Un giorno di aprile, non ricordo quale, a Bari.
Ripensavo a uno scalo: Istanbul-Teheran. A un bagno, in cui una bambina turca di circa 12 anni aiutava una giovane tedesca a fermare con tre forcine una pashmina riadattata a hijab. Amo la gentilezza disinteressata, amo i sorrisi tra sconosciuti che non parlano la stessa lingua e odio chi vive in uno stato sospeso tra sé e se stesso.
Ripensavo ad una cena a base di gulash podolico e ad un pranzo a base di ragù, tra la pietra bianca di Putignano e il divano di una casa così tanto casa da sentirla casa. A una birra bevuta su uno sgabello di Polignano e a una Peroni pagata 3 euro bevuta su un muretto a secco in un punto X della campagna pugliese. Una foto da simpatici idioti tra i caciocavalli e un summit sull’amore ai tempi delle corna. Amo chi mi fa sorridere il cuore, odio doverne fare a meno.
Ripensavo a Dario. Io non conosco Dario e Dario non conosce me, o forse sì. Dice di leggermi con una frequenza che supera quella del padre con la Gazzetta dello Sport; di essere stato in Iran, ma anche in Bosnia, Albania, Marocco e Giordania. Dario mi scrive “ti adoro per come sei”. Grazie Dario, a volte non mi adoro neanche io per come sono quindi mi consola saperti in qualche parte del mondo. Comunque, la domanda è: come sono diventata in questi primi 33 anni di vita? Così.
Rilassata nelle sveglie e lenta nella colazione. C’è chi lavora e chi scrive: io scrivo. Ascolto molto, parlo il giusto. Quando mi incazzo “è come se il diavolo si impossessasse di me” e mi incazzo spesso. Ciò che penso dico, sempre. Non mangio frutta.
Ascolto Fossati. Ascolto i Platters. Ascolto De Andrè. Ascolto Justin Bieber… è successo. Ecco, quando scopro di essere scivolata in qualche cantante alla Cioè, la prima con cui faccio outing è Kinzica.
Se posso evitare di stancarmi lo faccio. Rotta di cazzo da chi si lamenta. Rotta di cazzo dai pettegolezzi all’Alfonso Signorini.
Non riesco ancora a scegliere il mio piatto preferito. Forse pasta e cavoli, ma quella vera con pancetta e soffritto. Forse i bucatini al ragù con una valangata di pecorino. Forse i pizzoccheri. Madonna, non lo so. E torniamo al principio, odio dover scegliere.
Però tra New York e Beirut scelgo Beirut, tra vino rosso e bianco scelgo vino rosso, tra Repubblica e Corriere scelgo il The Post Internazionale.
Insofferente all’abitudine. Insofferente alle suonerie dei telefoni. Senza suoneria al telefono. A favore del “vivi e lascia vivere, basta che non mi rompi il cazzo”. Più a mio agio su un aereo che in macchina. Più nel caos che nell’ordine.
Sincera. Picciosa. Un po’ rincoglionita.
Perennemente e fintamente a dieta.
{Mente} Bari. Gennaio 2017
Fuori nevica. Dentro c’è il vino rosso, un divano, One Headlight dei Wallflowers, delle bombette di Cisternino che mi aspettano, un hotel da prenotare. Ultimamente inciampo spesso nella frase “nothing is forever”, c’è anche in questa canzone. Sentirlo mentre sorseggio un calice di rosso è dura, molto, molto dura.
Non avevo niente di meglio da fare che rileggermi. Non l’avevo mai fatto, solitamente preferisco Baudelaire, o l’Abulhawa, nei momenti di buio assoluto D’Annunzio. E così, dopo 7 anni, ho capito cosa mi lega visceralmente a questo blog di cui non ho mai sopportato il nome: me. Il tener traccia di quel che conta. Specchiarmi nelle mie stesse parole: a volte oggettive, a volte troppo buone, a volte troppo depresse, a volte troppo arrabbiate. Quando la mia lingua era bloccata, la mia mano non riusciva a fare altrettanto: meno parlavo, più scrivevo. È mio. E il possesso, a volte, è proprio una bella cosa.
C’è una parola, che se fosse giusto un po’ più armonica, mi tatuerei sul polso destro: essenziale. L’essenziale è ciò che non siamo disposti a perdere e, come idea, è semplicemente affascinante.
{Cuore} Marrakech. Novembre 2016
Novità del 2017: il pezzo di chiusura lo scegliete voi. Un po’ per allargare i miei orizzonti musicali, un po’ per premiare chi arriva fino alla fine, un po’ per avere un pensiero in meno. Ovviamente, non potevo non partire dalla mia web-metà per vari motivi, tra tutti, il suo essere musicalmente bipolare. E infatti, la scelta da santone africano si scontra felicemente con la sua prima proposta che, per dovere di cronaca e per tranquillizzare chi lo conosce, riporto fedelmente: Gimmi More di Britney Spears. Fatto sta che l’anno è appena iniziato, fatto sta che il giovane Ezio Totorizzo, in arte Spezio, in arte MrLifestyle, è ancora ostaggio dei folletti di Babbo Natale, fatto sta che ha avuto un solo ed unico pensiero: augurare pace, serenità e felicità a tutti. Un po’ come faceva Don Antonio ai matrimoni. Insomma, shimbalaiê a tutti!
Giovy says:
Ieri ero preoccupata perché, dal cellulare, non riuscivo a leggere il tuo post. Ora sto vivamente meglio. Buon 2017 Roby. E chissà che le nostre strade si incontrino da qualche parte.
Roberta Longo says:
Giovy ti avrei mandato le Nazione Unite con un nuovo telefono, eh :D Buon 2017 a te e, davvero, speriamo che le nostre strade si incontrino in qualche punto X del mondo per nuove ed avvincenti chiacchierate :*
Dario says:
Credimi, oggi sono un uomo felice! Entrare nel post di punta della mia blogger preferita trasforma questo gennaio in un Natale tardivo :) Posso solo riconfermare che ti adoro per come sei, ancora di più dopo aver letto la descrizione che fai di te stessa! Abbiamo anche il ragù in comune, che dire… continua così e lasciati sempre ispirare dalla vita, bella o brutta che sia. Grazie
Roberta Longo says:
Sono felice di averti reso felice caro Dario :D Prometto di continuare a farmi ispirare dalla vita ma, soprattutto, dal fritto e dal soffritto! Grazie a te, di cuore, i tuoi messaggi sono sempre una boccata di aria pura. Ci rivediamo a febbraio ;)