Viaggio in Libano: prima tappa Beirut

Beirut. Non può che essere lei la prima tappa di un viaggio in Libano. Una città, due anime. La sua storia è nelle cronache di Robert Fisk, l’anima nei versi di Khalil Gibran.

Se il Libano non fosse stato il mio Paese, lo avrei scelto comunque.

 

Il richiamo del muezzin cede il passo al rintocco delle campane, mezzaluna e croci, cupole e cripte. A destra l’ombra consumata delle antiche rovine romane, a sinistra quella scintillante degli edifici della nuova Beirut.

Hamra la si raggiunge per il babaganoush di Mezyan e quella poltrona che guarda al pianoforte, privilegiata posizione per un’Almaza di fine giornata.

viaggio in Libano Beirut

Viaggio in Libano: seconda tappa Saida

40 km a sud di Beirut.
Il primo mare è quello di Sidone, Saida in arabo. La pietra del castello sul mare accoglie ancor prima delle spezie del souk, dei carretti di agrumi, del profumo di vita consumata che si respira tra quei vicoli labirintici che si aprono sulle piazze ariose fatte di incontri, giochi, sedie condivise.

Per raggiungere Saida da Beirut: minibus in partenza da Cola Station.

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Cosa vedere a Saida

Fondation Audi: Museo del Sapone, Hammam Boutique e Café Maqha

Il souk di Saida è luce e ombra.

Lo si attraversa cogliendone l’insolito silenzio fino ad arrivare alla Fondation Audi – uno spazio di incontro e cultura – e all’annesso Museo del Sapone, ospitato in una vecchia fabbrica del 17° secolo, per scoprire i segreti della produzione artigianale del sapone all’olio d’oliva. La visita termina con un breve film documentario in cui alcuni artigiani libanesi mostrano le loro tecniche di produzione, esplicitando il desiderio di tramandare passione e conoscenza alle generazioni future.

È possibile acquistare i famosi saponi della provincia di Saida e altre originali creazioni artigianali nella vicina Hammam Boutique, nata con l’obiettivo di offrire una “finestra” sul mondo alla produzione locale e sostenibile.

Prima di perdervi nuovamente nel labirintico souk di Saida, concedetevi un caffè o una limonata fatta in casa al Café Maqha. In questo accogliente café è possibile acquistare le tipiche mazaher (acqua ai fiori d’arancio) e maware (acqua alle rose), nonché i celebri maamoulis au miel, biscotti ripieni di miele.

Fondation Audi – Rue Al Moutrane
Aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 17.00 (inverno) – 18.00 (estate)
Ingresso adulti 5.000 Lire Libanesi
Visite guidate in arabo, francese e inglese

Il caravanserraglio di Saida Khan El-Franj

Quando ci si lascia alle spalle l’imponente ingresso, sembra quasi di sentire ancora quel brusio. L’eco delle voci e il viavai di mercanti corre lungo le arcate a volta che circondano l’ampio cortile del caravanserraglio Khan El-Franj, un tempo, anima del commercio della città. Giù il mercato, su gli spazi del riposo.

Oggi ospita l’ufficio turistico di Saida. L’ingresso è gratuito e, se accompagnati dalla fortuna, potreste imbattervi in una delle tante attività culturali organizzate al suo interno.

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Debbané Palace Museum

Nascosta in Al Moutran Street, la Debbané Foundation apre le porte del Debbané Palace Museum, dimora del 18° secolo impreziosita da elementi decorativi arabi-ottomani. Il legno di cedro inebria la vista con i suoi intarsi e l’olfatto con un profumo ancora percettibile, i fucili alla parete fanno da guardia ai pesanti fiori in velluto adagiati su morbidi rivestimenti.

Debbané Palace Museum – Al Moutran Street
Aperto tutti i giorni, escluso il venerdì, dalle 9.00 alle 18.00

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Dove mangiare a Saida

Affacciato sul porto incontriamo il Tawlet Saida, luogo di ristoro dall’anima pura e sostenibile, curato da una gestione tutta al femminile. Nato per accendere i riflettori sul patrimonio culinario di Saida, è il sapore del pescato locale, degli agrumi carnosi, dei frutti della terra mediorientale.

L’obiettivo è encomiabile: supportare le comunità, le risorse e i piccoli produttori locali, proponendo i migliori piatti della tradizione gastronomica libanese. Per i viaggiatori che decidono di fermarsi per un foul, un hummus o un’ashta è una scelta di pancia, testa e cuore.

Tawlet Saida – Saida Seaside Road

Viaggio in Libano: terza tappa Byblos

Sempre 40 km da Beirut, ma questa volta a nord. Byblos, chiamata anche Jbeil, è, come tanti patrimoni mondiali dell’umanità UNESCO, un confuso intreccio di antico e moderno, storia e turismo.

L’antico, testimoniato dal Castello Crociato e dagli importanti resti archeologici romani, greci e neolitici, le ha meritatamente conferito il titolo di patrimonio; il moderno, è tutto il surplus ad uso e consumo dei viaggiatori.

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L’antico porto, negli anni ’60 crocevia di celebrità internazionali e jet set, ricorda quelli delle nostre città del sud.

Nell’acciottolato souk, diviso tra menu turistici e botteghe di souvenir, si nasconde un antico forno, miraggio per i viaggiatori allergici a snack + drink + local desserts. Un padre, che sembra essere lì da sempre, tra il forno e le forme di manaqish; una figlia dall’anima gattara, che ha il dono di comprendere e parlare 7 lingue. Le cose più belle le trovi per caso, ti travolgono e non ti lasciano neanche il tempo di appuntare una via, un nome, un numero. Poche lire libanesi per un pranzo all’insegna dello street food, autentico e inaspettato.

Non saprei come indicarvelo ma, magari, questa foto vi aiuta a rintracciarlo. Se riuscite a trovarlo non ve ne andate di lì senza una busta di origano homemade, coltivato e raccolto sui monti libanesi.

Per raggiungere Byblos da Beirut: minibus in partenza da Daoura Station

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Viaggio in Libano: quarta tappa Deir Al Qamar

Arriviamo nella regione dei Monti Chouf, quella dei villaggi tradizionali, dei pini d’Aleppo, delle coltivazioni di arance e banane.

Siamo su un minibus che arriva quasi al confine con la Siria, dimenticandosi di “Beittedine”, la nostra fermata. Beittedine la si raggiunge per lo splendido Palazzo dell’emiro Beshir, oggi residenza estiva del Presidente della Repubblica. Ci arriveremo, vagando tra i monti, ma questa è un’altra storia, una storia che termina sì davanti al palazzo, ma chiuso. Prima di raggiungerlo accertatevi di quale sia il giorno di riposo.

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A pochissimi chilometri – circa cinque – ecco Deir Al Qamar, il “monastero della luna”, un piccolo ma incantevole villaggio esempio dell’architettura del XVII e XVIII secolo. Perdetevi nei suoi vicoli acciottolati tra le case color miele, fermatevi al richiamo del muezzin della Moschea di Fakhr al-Dīn e godetevi la ricercata architettura araba della piazza centrale.

Come in molti piccoli villaggi mediorientali la vita scorre lentamente. Il tempo è diverso ed è proprio questo il motivo per spingersi fin qui.

Per raggiungere Deir Al Qamar da Beirut: minibus in partenza da Cola Station.

viaggio_in_Libano_Deir_Al_Qamar

Se il vostro viaggio in Libano si protrae per una settimana o più, potete aggiungere al vostro itinerario Tiro, le Grotte di Jeita, la Valle del Beqaa, Tripoli, la Valle di Qadisha e Bcharrè, famosa per aver dato i natali a Khali Gibran.

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